Perché il doppio nome ?
“Cane da Pastore Maremmano-Abruzzese“ è la denominazione ufficiale data alla razza nel 1958 , quando l’ENCI incaricò il Prof. Solaro di redigere lo standard ancor oggi in vigore .
Con esso i redattori hanno voluto riconoscere alla Maremma una paternità sul cane che assolutamente non le appartiene. Il doppio nome si è diffuso poi nel corso degli anni ed ha creato molta confusione su questa razza , sulle sue vere origini e caratteristiche morfo-funzionali .
Da secoli chiamato semplicemente “cane da pecora“ o “pastore abruzzese“ questo cane è il frutto di una selezione millenaria legata al vastissimo fenomeno della pastorizia transumante , che in Italia ha avuto ed ha il suo epicentro in Abruzzo e nelle altre zone attraversate dai Regi Tratturi dell’ex Regno di Napoli.
Nella Maremma Toscana , anche a causa del suo territorio in buona parte acquitrinoso, è sempre stato predominante l’allevamento bovino ed equino ( non a caso resta viva la tradizione dei “Butteri “) . L’allevamento ovino si è intensificato solo dopo le bonifiche degli anni ’20 e ’30 , soprattutto grazie alla immigrazione di pastori sardi divenuti stanziali .
Il fenomeno della transumanza quindi ha interessato solo marginalmente la maremma , dove arrivavano a svernare le greggi discese dagli altipiani umbri.
Ed anche in questo caso tali migrazioni non possono essere paragonate alle centinaia di migliaia di capi che percorrevano i Tratturi dall’ Abruzzo verso la Puglia ( e con essi le migliaia di cani al seguito ) .
La Maremma in sostanza è stata zona di diffusione ma non di selezione in senso stretto della razza.
Va da se quindi che le basi culturali, storiche e sociali da cui questa razza trae origine sono quelle delle Genti e dei Pastori d’Abruzzo per i quali il cane da pecora è stato sempre indissolubilmente legato al sistema economico-sociale della pastorizia e indispensabile ausilio alla dura vita quotidiana .
Ancora oggi , percorrendo l’Abruzzo,si può constatare questo strettissimo legame.
Migliaia sono ancora i cani utilizzati per la difesa dai predatori ed innumerevoli sono quelli tenuti a guardia di case e proprietà.
Tradizioni , feste, proverbi, modi di dire , nomi di strade e contrade : tutto in Abruzzo riecheggia e riporta alla “civiltà della transumanza“
Perché allora questo nome: Maremmano Abruzzese? Un doppio nome che appare ancor più come una forzatura se si considera che ci sono Regioni dove la presenza di questa razza è sempre stata molto più radicata che non in Maremma ( vedi ad es. Sannio , Matese, Puglia ) e che quindi avrebbero maggior titolo ad essere menzionate nella denominazione dell’ENCI .
L’aggiunta: “Maremmano” quindi solo perché i primi ad allevare la razza per scopo sportivo ed espositivo sono stati cinofili ed allevatori toscani . A ciò si aggiunga che il Solaro ed i suoi collaboratori erano espressione di quella cinofilia e si avrà un’idea della situazione contingente e del contesto elitario che ha prodotto un doppio nome ambiguo ed uno Standard che in diverse parti non corrisponde nelle misure e nelle proporzioni alla realtà della razza.
Noi crediamo invece che questo cane sia visceralmente Abruzzese per storia, cultura, tradizione tanto da poter essere preso a emblema della nostra Regione .Questa razza va capita prima col cuore e poi con la mente e nessun tecnico cinofilo potrà mai conoscerla a fondo se non ne avrà prima conosciuto, capito ed assimilato il retroterra in cui si è forgiata attraverso i secoli.
Maremmano-Abruzzese il nome ufficiale –
ABRUZZESE il cane
Per noi da sempre il “cane da pecora“ dei nostri Padri.